Questione alquanto controversa, dal momento che per definizione ciò che è ragionevole è legato al conformismo del momento che, come ben sappiamo, è una totale, o quasi, deferenza nei confronti delle opinioni e delle abitudini o gusti della maggioranza o delle direttive del potere.
Il conformismo creato da quel potere, appunto, è la questione da porre sul tavolo di un dibattito serio e non mere teorie complottistiche che, per quanto valevoli sotto un profilo logico-razionale, non saranno mai trattate come “tesi” dal potere costituito, dal momento che esso stesso ne è l’agente in causa.
Ciò che predomina, in questo momento, è la parata dello Stato basata sullo spettacolo garantito dai media filo-governativi, ovvero la maggioranza di questi, capace di far leva su un moralismo generalizzato, ma non ben definibile, laddove il “ragionevole” si costituisce di tutta quella ipocrisia necessaria al consenso comune; tutti d’accordo in tutto e per tutto, creando un concetto di “vita sociale” del tutto irrazionale; non si cerca più il bene, perché il bene è divenuto quel senso comune dal potere voluto!
E’ dunque “ragionevole” il rispetto del “distanziamento sociale”, ma non solo questo, perché così fan tutti, perché tutti i media dicono che è giusto. Media che, come abbiamo visto, sono strumento per lo spettacolo di Stato a cui si faceva riferimento prima. Vivere nella società, mantendendo quella distanza soggettiva ed oggettiva adesso pretesa, senza per questo essere criticato, mi fa star bene e, quindi, faccio bene, mentre irrazionalmente si accettano privazioni ben configurate, che proibiscono lo sviluppo di una ragione critica.
Si inserisce, in questo senso, il concetto di sopravvivenza, ovvero quella certezza, quasi assoluta, di rispetto verso se stessi, relativa esclusivamente al consenso sociale che, come abbiamo visto, è costruito, controllato e gestito da e attraverso un processo mediatico finemente configurato.
C’è da dire, però, che una sopravvivenza così congegnata si trasforma nella vita di un “morto”, proprio perché esclusivamente funzionale al presente, coerente al pensiero sociale ed elaborata dentro una stasi psichica (la paura di un improvviso decesso…) che si protrae nel tempo senza mai giungere ad un domani creando, illusoriamente, la certezza della preservazione di un ipotetico futuro e la vita è qualcosa che va al di là della necessità del consenso comune.
Il teatro della politica di questo periodo ci ha dimostrato quanto sia difficile giungere a conclusioni ragionevoli sulla gestione di questa emergenza ormai divenuta sociale e non più esclusivamente sanitaria. Si sono creati nuovi miti pseudo-religiosi con falsi idoli, capaci solamente di logorare un sistema di per sé indebolito dalle differenze socio-economiche in esso presente; i ricchi, come sempre, guariscono e/o guarirebbero, i poveri litigano sull’utilità della mascherina per non ammalarsi, lo Stato naviga nel senso di “bene comune” da lui creato ed il mito (la malattia) distrae l’attenzione da altro, in questo clima la razionalità diviene un’utopica illusione. I falsi idoli, nuove figure che cavalcano, inconsapevolmente, l’onda mediatica della parata di Stato, attraggono sempre più proseliti ed in tutto questo la Ragione, lentamente, ma inesorabilmente, sfugge dalle nostre esistenze!
Quando tutto sarà cessato e nulla avvenendo in contrapposizione a questo sistema conformizzante, il cimitero che dovremo costruire sarà, infatti, quello necessario alla tumulazione delle nostre coscienze e non esisteranno più statistiche da consultare se non saremo capaci di spostarci dal conformismo, ovvero il “Ragionevole” senso comune” ad una “Razionale” ed umana ricerca del bene.
![]() |
Chi urla parole di rivoluzione e nel frattempo rimane immobile, remoto!
Semplice appassionato d’informazione, cerco di condividere tutto quanto mi ha creato determinate sensazioni!
Come dico sempre “MENO IRRUENZA, PIU’ INTELLIGENZA“