Questi, tra i versi che ho scritto, sono quelli che più mi hanno richiesto uno sforzo emotivo non indifferente, forse proprio per questo, anche tra i meno compresi!.
Ve li ripropongo con il cuore colmo di gioia, per il sorriso che, grazie alla mia compagna, la vita mi ha restituito!
Oh Zeus, divino e potente padre
chiedi, chiedi a Maia, mia madre
perché ali ai piedi, si veloci, mi faceste
se le sue grandi bellezze al mondo esposte
mai potrebbero amabilmente appartenermi
e per non penar folgore devo nascondermi?
Perché mi fu dato destino di volare,
ma mai nei suoi pensieri dimorare?
E, madre, cara madre, perché velocità
mi donasti, senza viver nella sua realtà?
Sono si, divino figlio, ma fin troppo lento;
fammi vento, fammi vento, Zeus divino
fammi comandare il sole del mattino
verso il suo calore, toglimi questo tormento.
Maia imperatrice, io pur tutto regalerei,
tutto il Massimo Romano Circo donerei,
non soltanto l’umano tempio a me dedicato
perché un sol suo sguardo mi fosse donato;
tu non conosci dei suoi occhi la potente luce
e non quanto la scia loro, mi facesti sì veloce
Se divino da te sono, oh mio caro padre,
se figlio amato sono, oh mia cara madre,
se divinità siete e della vita canto avete,
se il cielo ed i destini muover potete,
fatemi uomo, uomo vero, che di lei donna
desidero l’amore e non altro m’abbisogna
Valerio Villari
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Chi urla parole di rivoluzione e nel frattempo rimane immobile, remoto!
Semplice appassionato d’informazione, cerco di condividere tutto quanto mi ha creato determinate sensazioni!
Come dico sempre “MENO IRRUENZA, PIU’ INTELLIGENZA“